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ECOBONUS 110% Facciamo un pò di chiarezza

L’intento di questo articolo è quello di fare un pò di chiarezza sugli interventi che posso godere dell’ ECOBONUS 110%.

Vedremo insieme quali sono le:

  • Tipologie degli interventi,
  • Specifiche degli interventi,
  • Interventi esclusi.

Per una maggiore chiarezza, vi invito a consultare la piccola guida che ho appositamente preparato.

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Affrancazioni, importi ridotti e possibili rate

Affrancazioni, importi ridotti e possibili rate: vicina l’intesa sul decreto del Mef con le modalità di calcolo

Il decreto attuativo dovrebbe raggiungere l’intesa in Conferenza Unificata entro la fine di luglio. Un anno e mezzo fa l’approvazione della legge

 

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Nuovo capitolo nella vicenda della compravendita a prezzi di mercato delle abitazioni realizzate in edilizia convenzionata.

A un anno e mezzo di distanza dal via libera alla legge che ha esteso ai vecchi proprietari la possibilità di rimozione del vincolo del prezzo calmierato, la cosiddetta affrancazione, è in dirittura d’arrivo il decreto del ministero dell’Economia e delle finanze (Mef) che stabilisce le modalità di calcolo del corrispettivo da versare ai Comuni per ‘liberare’ l’immobile da tali vincoli (ma non per ottenere la piena proprietà).

Lo schema di decreto che porta la firma del ministro Roberto Gualtieri è stato trasmesso a metà giugno alle Regioni e all’Anci, l’associazione dei comuni, per i pareri di competenza. L’obiettivo, secondo quanto apprende Romatoday, è di arrivare all’intesa in Conferenza Unificata entro la fine di luglio.

La Conferenza unificata Stato-Regioni ha già dato parere positivo mentre sono al vaglio del ministero le osservazioni avanzate dall’Anci.

Il decreto attuativo va a rendere operative le modifiche introdotte con un articolo (il comma 1 dell’articolo 25 undicies) della legge di Bilancio del dicembre del 2018, varato dall’allora governo M5S-Lega, in tema di rimozione dei vincoli del prezzo di vendita per le case costruite in edilizia convenzionata, la cui cessione è finita al centro di centinaia di cause in tribunale tra venditori e acquirenti proprio per quanto riguarda la determinazione del prezzo.

In base allo schema di decreto sul quale il ministero dell’Economia sta cercando di raggiungere l’intesa il corrispettivo per la rimozione dei vincoli, calcolato in base alla legge 448 del ’98, verrà abbattuto del 50 per cento per chi affranca sia una casa in diritto di proprietà sia in diritto di superficie (la proprietà del terreno è pubblica e non riscattata).

Per chi affranca in diritto di superficie, inoltre, è previsto un ulteriore abbattimento del 50 per cento.

Anche il numero degli anni restanti per la validità della convenzione, ovvero la differenza tra gli anni della durata della convenzione e quelli trascorsi dalla sua firma, verrà tenuto in considerazione ai fini del calcolo dell’ammontare finale.

Nelle intenzioni del Mef, inoltre, il Comune può decidere di concedere una dilazione del pagamento del corrispettivo dietro garanzie fideiussorie rilasciate da banche o assicurazioni.

La stipula della nuova concessione potrà avvenire dopo il pagamento della prima rata. Infine si punta su procedure trasparenti e semplificate da parte dei Comuni, come l’adozione di schemi di convenzione tipo (il Comune di Roma ha già reso possibile simulare online la stima del corrispettivo).

Per affrancare un immobile, infatti, non basta versare il corrispettivo economico ma è necessario firmare una nuova convenzione con l’amministrazione.

L’Anci, le cui osservazioni sono al vaglio del Mef, chiede di fissare un corrispettivo minimo per ogni anno che resta prima dello scadere della convenzione e di esplicitare che il vincolo può essere rimosso anche da chi non è più proprietario.

Non solo. Per mettere al riparo i Comuni che, come Roma, non si sono potuti fermare in tutti questi mesi, l’Anci chiede di prevedere una fase transitoria che tuteli quanto deliberato dai comuni stessi in attesa dell’approvazione del decreto, ben oltre un anno e mezzo.

Il provvedimento è molto atteso. Solo nella Capitale si stima che siano state realizzate in edilizia convenzionata tra le 200 e le 250 mila abitazioni.

Si tratta di appartamenti realizzati su terreni espropriati dai comuni e assegnati per un determinato numero di anni, fino a un massimo di 99, a società o cooperative costruttrici tramite la sottoscrizione di convenzioni con i comuni.

Un contributo pubblico finalizzato a facilitare l’accesso all’abitazione a tutte quelle famiglie non abbastanza ricche per poterne acquistare o affittare una sul mercato. Proprio per questo oltre ai terreni, in molti casi i costruttori hanno ricevuto anche finanziamenti pubblici.

Per molti anni queste case sono state acquistate a prezzi ribassati ma rivendute sul mercato come qualsiasi altra abitazione: i venditori ricevevano i nulla osta del Comune e il via libera dei notai.

Nel settembre del 2015, però, una sentenza della Cassazione a Sezioni unite ha messo nero su bianco che, per legge, il vincolo al prezzo calmierato non sarebbe potuto decadere automaticamente.

Così centinaia di compravendite sono state bloccate e migliaia di persone si sono ritrovate con case che valevano circa un terzo rispetto a quanto versato. Un introito ‘indebito’ per centinaia di acquirenti che hanno trascinato in tribunale i loro venditori alcuni dei quali sono stati condannati in primo grado a restituire la differenza per un ammontare che in alcuni casi sfiora i 200 mila euro.

La possibilità di rimozione del vincolo del prezzo dietro pagamento di un corrispettivo era già stata introdotta con una legge del 2011 con una serie di “disposizioni urgenti per l’economia”.

Così decine di provvedimenti si sono risolti con un accordo in mediazione dietro la possibilità di affrancare l’immobile e poterlo rivendere a prezzi di mercato.

In altri casi, però, le richieste di rimborso sono proseguite. La questione affrancazioni è diventata così un incubo per migliaia di famiglie.

Alla fine del 2018 al Senato viene approvato un emendamento alla legge di Bilancio, su proposta del M5S, che prevede che la rimozione del vincolo, trascorsi i cinque anni, può essere richiesta anche da “persone fisiche che vi abbiano interesse” anche se “non più titolari dei diritti reali sul bene immobile”.

Anche i venditori possono quindi liberare l’immobile dai vincoli del prezzo con lo scopo di estinguere qualunque pretesa di rimborso in tribunale.

Elaborata da esponenti del Movimento cinque stelle, caldeggiata dai notai, festeggiata dai venditori (storia di un venditore) e osteggiata da una parte degli acquirenti (storia di un acquirente) che sostengono che i danni subiti siano maggiori del semplice valore dell’affrancazione, la modifica legislativa ha avuto l’effetto di rallentare decine di cause.

In questo anno e mezzo, però, le affrancazioni sono proseguite a rilento perché il decreto attuativo che avrebbe dovuto indicare ai Comuni le modalità di calcolo del prezzo non è più stato approvato. In questi mesi molti comuni italiani hanno bloccato le affrancazioni.

Roma, che ha visto i suoi uffici subissati da oltre sei mila richieste, ha optato per lavorare solo le pratiche più urgenti, quelle cioè dove con tempi stretti di vendita o in tribunale, seguendo le indicazioni di calcolo contenute in una delibera comunale dell’ottobre del 2018.

Per questo gli occhi di molti, soprattutto nella Capitale, in questi giorni sono puntati verso il lavoro del Mef.

Fonte: RomaToday

 
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Bonus facciate, valido anche per i lavori iniziati nel 2019

L’effettuazione delle spese è la chiave per ottenere la detrazione

Il bonus facciate 2020 potrà essere esteso anche agli interventi realizzati nel corso del 2019. È quello che si evince da un’attenta lettura del testo del ddl bilancio, ora pronto per passare l’esame del Senato.

Il ddl bilancio, prevede, infatti che la detrazione del 90% sia valida per le “spese documentate sostenute nel 2020 relative agli interventi edilizi, ivi inclusi quelli di manutenzione ordinaria, finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici”.

La frase in neretto è cruciale perché fa riferimento al momento in cui vengono effettuati i pagamenti, però non dice nulla del momento in cui i lavori devono essere realizzati. Si può quindi facilmente desumere che la detrazione sia valida anche per i lavori realizzati nel 2019, ma per i quali i pagamenti sono materialmente effettuati nel corso del 2020.

Secondo quanto scrive il Sole24Ore, un caso analogo si era verificato  nel 2013 per l’ecobonus. 

In quel caso, secondo l’Agenzia delle Entrate, l’utilizzo del termine “spese sostenute senza altre condizioni volte a circoscrivere l’applicazione della più elevata aliquota del 65% in realzione alla data di avvio degli interventi” implicava che si dovesse far riferimento “alla data dell’effettivo pagamento”. 

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Ecobonus, il Governo lavora a proroga fino al 2021

Due anni in più per gli incentivi alla riqualificazione energetica e le ristrutturazioni degli immobili, mentre per il sismabonus la proroga potrebbe arrivare a tre anni.

Il Governo Conte prova a rifinanziare gli incentivi sui lavori di riqualificazione energetica, ristrutturazione e messa in sicurezza degli immobili.

Per quanto riguarda l’ecobonus, cioè i lavori per il miglioramento dell’efficienza energetica delle nostre case e degli edifici privati in generale, per il momento destinato a terminare entro il 31 dicembre di quest’anno, l’esecutivo punterebbe ad una sua proroga di almeno due anni, cioè con scadenza spostata al 31 dicembre 2021.

E’ quanto affermato dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in un messaggio inviato al Convegno “Progettare il Paese“, organizzato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

In Legge di Bilancio ci adopereremo per una proroga delle misure relative a riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, anche attraverso l’utilizzo di materiali edili eco-compatibili e l’adozione di criteri di efficienza energetica nelle opere di restauro, non solo per offrire risorse a chi si accinge a ristrutturare, ma soprattutto per spingere le scelte di nuovi investimenti dei privati in questa direzione”, ha dichiarato il ministro, che poi chiude:

Vogliamo città moderne, intelligentidove alla tradizione affianchiamo servizi digitali in grado di modulare le infrastrutture materiali con quelle immateriali: nuove tecnologie delle comunicazioni, dell’efficienza energetica e della mobilità sono la premessa per riuscire a soddisfare le attuali esigenze di cittadini, imprese e istituzioni”.

Invariata dovrebbe invece rimanere la quota di detrazione, stabilita attorno al 65% per interventi come la coibentazione e al 50% per altri come il cambio delle finestre. Secondo quanto riportato stamattina dal Sole 24 Orela proroga dovrebbe riguardare anche le schermature solari, i micro generatori e le caldaie a biomasse.

Tempi ancora più lunghi, invece, per gli interventi condominiali.

Secondo il quotidiano economico e finanziario, infatti, potrebbe essere addirittura “triennale il prolungamento previsto per le detrazioni maggiorate al 70 e 75% per i cappotti termici e i lavori su parti comuni condominiali”, cioè fino al 31 dicembre 2024 (la scadenza è attualmente al 31 dicembre 2021).

Ulteriore proroga, infine, anche per il sismabonus, che il Governo vorrebbe spostare dal 31 dicembre 2019 al 31 dicembre 2024, sia per interventi in zona sismica 1 e 2, sia per quelli in zona 3.

L’agevolazione prevista nell’ecobonus, si legge sul sito dell’Agenzia delle entrate, consiste in una detrazione dall’Irpef o dall’ Ires ed è concessa quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti. In generale, le detrazioni sono riconosciute per:

  • la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento;
  • il miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni – pavimenti – finestre, comprensive di infissi);
  • l’installazione di pannelli solari;
  • la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

La detrazione spetta, inoltre, per l’acquisto e la posa in opera di schermature solari, di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, per l’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, produzione di acqua calda o climatizzazione delle unità abitative

Mostra Leonardo Scuderie Quirinale

Leonardo da Vinci. La Scienza prima della Scienza

La mostra alle Scuderie del Quirinale, dal 13 marzo al 30 giugno 2019, intende presentare al grande pubblico la figura di Leonardo da Vinci all’interno della fitta trama di relazioni culturali che pervade l’ingegneria, la tecnica, l’arte e il pensiero tra Quattro e Cinquecento.

Mostra Leonardo Scuderie Quirinale

L’obiettivo è di ripercorrere l’opera di Leonardo sul fronte tecnologico e scientifico con l’esposizione di oltre 200 opere che accompagnano il pubblico in un percorso che attraversa i grandi temi al centro del dibattito rinascimentale affrontati da Leonardo, come l’utilizzo del disegno e della prospettiva in quanto strumenti di conoscenza e rappresentazione, l’arte della guerra tra tradizione e innovazione, il vagheggiamento di macchine fantastiche come quelle per il volo, la riflessione sulla città ideale e la riscoperta del mondo classico.

 

In occasione delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, le Scuderie del Quirinale insieme al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano e alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, presentano al grande pubblico la mostra “Leonardo da Vinci.

La scienza prima della scienza”: un percorso conoscitivo alla scoperta del Maestro toscano, raccontato nell’ambito della fitta trama di relazioni culturali e del dinamico contesto artistico che ha caratterizzato il periodo tra il Quattro e il Cinquecento italiano.

L’esposizione, visitabile dal 13 marzo al 30 giugno, è curata da Claudio Giorgione – curatore del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci – e indaga l’opera vinciana attraverso preziosi disegni e manufatti originali, modelli storici e manoscritti, tra cui l’unico libro con sue annotazioni autografe.

“Una grande mostra pensata per le Scuderie del Quirinale – afferma Claudio Giorgione – che intende restituire gli studi e le interpretazioni più recenti dell’opera di Leonardo ingegnere e umanista, evidenziandone le relazioni con il pensiero dei suoi contemporanei.

Questa esposizione è resa speciale dall’eccezionale integrazione tra i modelli della collezione storica del Museo, i fogli del Codice Atlantico della Biblioteca Ambrosiana e i preziosi prestiti concessi da prestigiose istituzioni italiane e europee”.

Dalla formazione toscana al soggiorno milanese, fino al tardo periodo romano, la mostra ripercorre l’attività di Leonardo da Vinci sul fronte tecnologico e scientifico, tracciando le connessioni culturali con i suoi contemporanei.

Oltre 200 opere accompagnano il pubblico in un percorso che attraversa i grandi temi al centro del dibattito rinascimentale affrontati da Leonardo, come l’utilizzo del disegno e della prospettiva in quanto strumenti di conoscenza e rappresentazione, l’arte della guerra tra tradizione e innovazione, il vagheggiamento di macchine fantastiche come quelle per il volo, la riflessione sulla città ideale e la riscoperta del mondo classico.

In mostra si potranno ammirare dieci disegni originali appartenenti al prezioso Codice Atlantico custodito dalla Biblioteca Ambrosiana raramente esposti al pubblico, insieme a una vasta selezione di modelli storici, provenienti dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, in un confronto serrato e inedito con gli originali leonardeschi, molti dei quali esposti per la prima volta dopo il restauro.

La mostra propone poi al pubblico un altro elemento di altissimo valore: i portelli originali della chiusa di San Marco del Naviglio di Milano, rimasti in uso fino al 1929. Ad arricchire il percorso, manoscritti, disegni, stampe, cinquecentine illustrate e dipinti provenienti da prestigiose istituzioni italiane ed europee.

Un focus speciale è dedicato alla biblioteca di Leonardo, con l’esposizione del prezioso trattato di Francesco di Giorgio, in prestito dalla Biblioteca Laurenziana, unico volume appartenente con certezza al Maestro e arricchito da annotazioni di suo pugno. Eccezionalmente in prestito dalla Bibliothèque di Ginevra è inoltre uno dei due manoscritti della Divina Proportione di Luca Pacioli, realizzato per il duca Ludovico il Moro nel 1498 e arricchito dalla raffigurazione di sessanta solidi basati sui disegni preparatori eseguiti dalla “ineffabile sinistra mano” di Leonardo.

Conclude la retrospettiva una riflessione sul mito di Leonardo, su come sia nato e su come nel tempo si sia sviluppato generando un fenomeno che ancora oggi stimola interesse e curiosità. “Attraverso l’attenta ricostruzione del contesto culturale, il racconto delle contaminazioni tra le diverse discipline e la descrizione delle abilità tecniche e scientifiche di Leonardo, abbiamo voluto offrire una visione ampia della sua figura, troppo spesso presentata come genio isolato” sottolinea Matteo Lafranconi, Direttore delle Scuderie del Quirinale.

La mostra inoltre vanta la collaborazione eccezionale del maestro del ritratto Thomas Cian, sua la firma del volto di Leonardo utilizzato per la campagna di comunicazione della mostra, e dello scrittore Marco Malvaldi, autore del libretto composto per l’occasione “L’investigatore universale”.

Eventi speciali e laboratori contribuiranno ad arricchire e approfondire i contenuti di una mostra già di così ampio respiro: adulti e bambini potranno mettersi alla prova con corsi di affresco e disegno prospettico sperimentando inoltre la tecnica di costruzione delle macchine e la calligrafia dell’epoca vinciana.

Oltre a corsi e laboratori ospitati direttamente all’interno delle Scuderie del Quirinale la città di Roma diventa palcoscenico dell’iniziativa “Leonardo in città” una ricca serie di appuntamenti e incontri sulla figura di Leonardo e sul suo pensiero.

Biblioteca Angelica e Teatro Argentina sono soltanto alcune delle istituzioni che ospiteranno la manifestazione celebrativa del Maestro. “Con questa prestigiosa esposizione- conclude Mario de Simoni, Presidente e AD di Ales S.p.A.- l’Italia rende omaggio al genio di Leonardo, situato nel ricco contesto culturale del suo tempo.

Il numero di opere esposte, la loro importanza e l’accurato progetto scientifico, contribuiscono a rendere la mostra un appuntamento di grande rilievo nel fitto calendario delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte del Maestro toscano”.

Scuderie del Quirinale

Dal 13/03/2019 – al 30/06/2019

Da domenica a giovedì dalle 10.00 alle 20.00

Venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30 

calcolo-TASI-IMU

Aliquote Imu e Tasi 2019 per il pagamento di giugno

Il 17 giugno scade la prima rata dell’Imu e della Tasi per il 2019. Per i proprietari di prime case di lusso e di immobili diversi dall’abitazione principale è tempo di fare i conti.

Per non commettere errori nel calcolo delle due imposte bisogna conoscere le aliquote da applicare alle diverse tipologie catastali, scelte dai comuni dove è situtato l’immobile. Ecco, quindi, quali sono le aliquote per la prima rata di Imu e Tasi

Le delibere municipali, con le aliquote per le diverse categorie di immobili, sono consultabili sui portali delle diverse amministazioni. Il contribuente, infatti, può conoscere le aliquote deve applicare per il pagamento dell’imposta sull’immobile consultando la pagina web del Comune dove possiede la casa.

Mef, aliquote Imu e tasi

Inoltre, è possibile utilizzare lo strumento ufficiale fornito dal Dipartimento delle Finanze, che contiene tutti i regolamenti pubblicati dai Comuni. E’ importante sapere che la prima rata si paga facendo riferimento alle aliquote elaborate dai Comuni per il 2017, mentre la seconda rata si calcolerà facendo riferimento alle nuove che saranno approvate dalle amministrazioni comunali entro luglio e pubblicate dal Mef entro fine ottobre.

Per consultare le delibere approvate dai Comuni e le conseguenti aliquote per il versamento della prima rata di Imu e Tasi clicca qui

 

Per calcolare la tua rata Imu clicca qui

Aliquote Imu a Roma

Per calcolare la tua rata Tasi clicca qui

Aliquote Tasi a Roma

 

Fonte: Valore Immobiliare

Progettazione

L’Esame di stato di abilitazione alla libera professione

COME SI ARRIVA ALL’ESAME DI STATO?

Iscrivendosi al registro dei praticanti presso il Collegio e svolgendo 18 mesi di pratica presso  lo studio professionale di un geometra, ovvero un ingegnere civile o un architetto, iscritti nei  rispettivi albi professionali da almeno un quinquennio.
La domanda di iscrizione va consegnata allo sportello del Collegio aperto il lunedì, martedì e giovedì dalle ore 9:00 alle 13:00.

 

Svolgendo un percorso formativo così articolato:

  1. completando un periodo di 18 mesi di attività tecnica subordinata, anche al di fuori di uno studio professionale.
  2. frequentato, con esito positivo, corsi di istruzione e formazione tecnica superiore, della   durata di quattro semestri;
  3. diplomi universitari triennali e lauree o conseguito lauree presso le facoltà di agraria, ingegneria, architettura e scienze matematiche, fisiche o naturali, comprensive di un tirocinio di 6 mesi;

APPROFONDIMENTI

  Lista documentazione occorrente per l’iscrizione al registro dei praticanti
  Direttive del Consiglio Nazionale Geometri norme sul praticantato
  Regolamento Esami di Stato per l’abilitazione alla professione
  Regolamento riordino professioni

 

AGEVOLAZIONI

Ai sensi dell’art. 3 comma 3 del Regolamento di attuazione delle norme statutarie della Cassa Geometri,  gli iscritti alla Cassa possono chiedere il riscatto del periodo di iscrizione al registro dei praticanti per le annualità previste, con le modalità e i termini di cui all’art. 48 del Regolamento  sulla contribuzione

ESAMI DI STATO PER L’ABILITAZIONE ALLA LIBERA PROFESSIONE


  Ordinanza Ministeriale – Esame di Stato sessione 2019

  Riepilogo procedura esami

  Schema di domanda di ammissione all’Esame di Stato 2019

  Curriculum

  Elenco documenti

Trova l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate

 

CORSO DI PREPARAZIONE AGLI ESAMI DI STATO 2019

A seguito del termine della presentazione delle domande verranno pubblicate le notizie relative al corso.

 Notizia

 Calendario

 Scheda di adesione

 

Fonte: Georoma.it

mercato-immobiliare

Il mercato immobiliare cresce per il quinto anno consecutivo

Dinamica ancora positiva per l’indice di affordability, la misura della possibilità di accesso all’acquisto della casa da parte delle famiglie.

E’ fra i dati che emergono dal Rapporto immobiliare residenziale realizzato dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, in collaborazione con ABI, l’associazione bancaria italiana. Per CNGeGL alla presentazione sono intervenuti i Consiglieri Paolo Biscaro e Livio Spinelli.

Nel 2018 il mercato delle case segna un nuovo rialzo, questa volta del 6,5% rispetto all’anno precedente, raggiungendo nuovamente il dato più alto dal 2010 ad oggi, per un totale di quasi 580mila transazioni e un fatturato di oltre 94 miliardi di euro.
La conferma dello scenario che già emergeva con la pubblicazione dei dati relativi al quarto trimestre 2018, arriva dall’annuale Rapporto immobiliare residenziale realizzato dall’Omi (Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate) in collaborazione con l’Abi.
Tra le grandi città, i maggiori rialzi si osservano a Bologna, Palermo e Napoli.
Secondo una elaborazione ABI contenuta nel Rapporto, nel 2018 l’acquisto di una casa risulta accessibile al 78% delle famiglie italiane, valore che rappresenta il massimo storico mai registrato.
L’indice di affordability sintetizza vari fattori (reddito disponibile, prezzi delle case, andamento tassi di interesse sui mutui) che influenzano la possibilità per una famiglia di acquistare un’abitazione.
L’aumento – secondo l’ABI – è riconducibile sia al calo del costo relativo delle case (rapporto tra prezzo e reddito disponibile), sia alla contrazione dei tassi di interesse sui mutui.
Il miglioramento delle condizioni di accesso all’acquisto di una abitazione risulta, inoltre, piuttosto omogeneo a livello territoriale: in particolare, la condizione di accessibilità (valore dell’indice di affordability maggiore di zero) si conferma in tutte le regioni e raggiunge il valore massimo storico per 18 delle 19 regioni considerate.
QUI il comunicato stampa congiunto dell’Agenzia delle Entrate e dell’ABI
QUI per il download completo del Rapporto Immobiliare residenziale
Ristrutturazione

Ristrutturazione e invio all’Enea: cosa accade in caso di tardiva od omessa comunicazione?

È l’Agenzia delle Entrate che chiarisce cosa succede in caso di ritardo o mancato invio della comunicazione seppur obbligatorio da effettuarsi all’Enea in caso di lavori di ristrutturazione finalizzati al risparmio energetico.

Dal 1° gennaio 2018 devono essere trasmessi all’Enea i dati relativi ad alcuni interventi di recupero del patrimonio edilizio finalizzati al risparmio energetico per i quali spetta la detrazione Irpef al 50%, nonché quelli relativa all’acquisto di elettrodomestici in classe energetica A+ (A per i forni) che danno diritto al “bonus mobili”.

L’invio va effettuato, entro 90 giorni dalla data di ultimazione dei lavori o del collaudo, attraverso un sito web dedicato. Ma cosa succede se non si effettua tale comunicazione?

Risponde a tale domanda l’Agenzia delle Entrate (risoluzione n. 46/E del 18 aprile 2019), secondo cui qualora non si esegua la comunicazione all’Enea, seppure obbligatorio, non decade il diritto a fruire del bonus fiscale.  In caso di mancato o tardivo adempimento, ciò non determina la perdita del diritto alla detrazione, in virtù del fatto che non è prevista alcuna sanzione nel caso non vi si provveda.

La comunicazione all’Enea

Come per l’ecobonus, alcuni lavori di ristrutturazione volti al risparmio energetico devono essere comunicati all’Enea. In particolare trattasi degli interventi finalizzati alla riduzione delle dispersioni termiche di pareti verticali, coperture e pavimenti;  sostituzione di infissi; installazione di collettori solari; sostituzione di generatori di calore con caldaie a condensazione; generatori di calore ad aria a condensazione; pompe di calore per climatizzazione degli ambienti; sistemi ibridi; microcogeneratori; sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore; installazione di generatori di calore a biomassa; installazione di sistemi di contabilizzazione del calore negli impianti centralizzati; sistemi di termoregolazione e building automazione; impianti fotovoltaici. Soggetti all’obbligo anche i dati riguardanti l’acquisto di  elettrodomestici (forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici) di classe energetia A+ (per i forni, è sufficiente la A) collegati a un intervento di recupero del patrimonio edilizio iniziato a decorrere dal 1° gennaio 2017 e per i quali si fruisce del “bonus mobili”.

Il sito per l’invio delle comunicazioni relative agli interventi di risparmio energetico con fine lavori nel 2019 che possono beneficiare del bonus casa è  https://bonuscasa2019.enea.it, da utilizzare per trasmettere la documentazione relativa agli interventi di risparmio energetico (e utilizzo di fonti rinnovabili) che beneficiano delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie. La trasmissione della documentazione all’Enea deve essere effettuata entro 90 giorni dalla fine dei lavori,cioè dal collaudo, a prescindere dalla data dei pagamenti. E se l’intervento è semplice e non richiede collaudo, la data di fine lavori può essere provata anche mediante la documentazione emessa da chi ha eseguito l’opera o dal tecnico che compila la scheda informativa.

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Lavori in casa 2019: on line i siti Enea per l’invio dei dati

Online i siti Enea ai quali inviare i dati per gli interventi di risparmio energetico e quelli di ristrutturazione finalizzati al risparmio energetico, con fine lavori nel 2019 che possono beneficiare rispettivamente dell’ecobonus e del bonus ristrutturazione.

 

Gli interventi di risparmio energetico e quelli di ristrutturazione  che comportano un risparmio energetico (che permettono di avere rispettivamente l’ecobonus e il bonus casa) con fine lavori nel 2019 devono essere comunicati all’Enea. L’Agenzia ha reso disponibili on line i relativi siti a cui inviare i dati relativi proprio all’anno 2019.

 Bonus casa 2019: il portale per l’invio dei dati all’Enea

Per quanto gli interventi edilizi che comportano risparmio energetico e/o l’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia e che accedono alle detrazioni fiscali previste per le ristrutturazioni edilizie, al 50% fino al 31.12 2019 , vige l’obbligo di trasmettere all’ENEA le informazioni sui lavori effettuati, analogamente a quanto già previsto per le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica (Ecobonus). Gli interventi soggetti all’obbligo di invio sono:

  • Strutture edilizie: riduzione della trasmittanza delle pareti verticali che delimitano gli ambienti riscaldati dall’esterno, dai vani freddi e dal terreno; riduzione delle trasmittanze delle strutture opache orizzontali e inclinate (coperture) che delimitano gli ambienti riscaldati dall’esterno e dai vani freddi; riduzione della trasmittanza termica dei pavimenti che delimitano gli ambienti riscaldati dall’ l’esterno, dai vani freddi e dal terreno
  • Infissi: riduzione della trasmittanza dei serramenti comprensivi di infissi che delimitano gli ambienti riscaldati dall’ esterno e dai vani freddi
  • Impianti tecnologici: installazione di collettori solari (solare termico) per la produzione di acqua calda sanitaria e/o il riscaldamento degli ambienti; sostituzione di generatori di calore con caldaie a condensazione per il riscaldamento degli ambienti (con o senza produzione di acqua calda sanitaria) o per la sola produzione di acqua calda per una pluralità di utenze ed eventuale adeguamento dell’impianto;  sostituzione di generatori con generatori di calore ad aria a condensazione ed eventuale adeguamento dell’impianto;  pompe di calore per climatizzazione degli ambienti ed eventuale adeguamento dell’impianto; sistemi ibridi (caldaia a condensazione e pompa di calore) ed eventuale adeguamento dell’impianto; microcogeneratori; scaldacqua a pompa di calore; generatori di calore a biomassa;  installazione di sistemi di contabilizzazione del calore negli impianti centralizzati per una pluralità di utenze;  installazione di sistemi di termoregolazione e building automation; installazione di impianti fotovoltaici.

L’obbligo di invio all’Enea riguarda anche l’acquisto di elettrodomestici (solo se collegati ad un intervento di recupero del patrimonio edilizio iniziato a decorrere dal: 1° gennaio 2017 per le spese sostenute nel 2018  e dal ° gennaio 2018 per le spese sostenute nel 2019) per cui si fruisce del bonus mobili. Tali elettrodomestici sono: forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici e asciugatrici. Per gli elettrodomestici all’Enea in particolare va comunicato il valore della potenza elettrica assorbita dall’elettrodomestico è riportato, in genere, nella scheda tecnica dello specifico prodotto o nel libretto di istruzioni o sulla targhetta attaccata all’apparecchio.

Il portale relativo agli interventi per avere il bonus casa è https://bonuscasa2019.enea.it.

Ecobonus 2019: il portale per l’invio all’Enea

Per quanto riguarda l’ecobonus, prorogato al 31 dicembre 2019, nella misura del 65% e del 50% a seconda degli interventi, il portale Enea a cui inviare i dati dei lavori è https://ecobonus2019.enea.it. L’obbligo dell’invio all’Enea vige per tutti gli interventi connessi all’ecobonus come:

  • la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento
  • il miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni – pavimenti – finestre, comprensive di infissi)
  • l’installazione di pannelli solari
  • la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale
Entro quando inviare i dati

Il termine per la trasmissione dei dati all’ENEA, per entrambe le tipologie di detrazione fiscale, è di 90 giorni dalla data di fine lavori. Per gli interventi la cui data di fine lavori è compresa tra il  1° gennaio 2019 e l’11 marzo 2019, il termine di 90 giorni decorre dall’11 marzo, giorno di messa on line del sito. Per “data di fine lavori” si può considerare la dichiarazione di fine lavori a cura del direttore dei lavori quando prevista, la data di collaudo anche parziale, la data della dichiarazione di conformità quando prevista. Per gli elettrodomestici si può considerare la data del bonifico o di altro documento di acquisto ammesso.

Fonte: CosediCasa